
INFORMAUTISMO N° 14 - ANNO 2006, maggio-agosto
Autismo dal dire al fare: Dai modelli di intervento al programma abilitativo(di Giacomo Vivanti)
Introduzione
L'approccio contemporaneo degli
interventi cognitivo-comportamentali
nei disturbi dello spettro autistico si
basa su alcuni principi-guida fondamentali: il piu'
importante e' che piu' saremo in grado di metterci nei
panni del bambino con autismo e guardare il mondo dal
suo punto di vista piu' saremo in grado di realizzare
programmi di intervento efficaci e precisi.
Tuttavia questo percorso di assunzione della
prospettiva del bambino non passa attraverso la
semplice intuizione clinica dell'operatore, ma si basa su
un corpus di evidenze scientifiche raccolte in trent'anni
di ricerche, e sulle preziose testimonianze dirette delle
persone con autismo che hanno descritto la loro
esperienza. Questi dati hanno contribuito
immensamente ad avvicinarci ad una comprensione di
come la peculiare organizzazione cognitiva dei bambini
con autismo si riflette nel modo in cui essi percepiscono
e rappresentano il mondo.
Sono stati scritti fiumi di inchiostro sulle difficolta' che i
bambini con autismo hanno nel comprendere i pensieri,
le emozioni, le intenzioni e il punto di vista degli altri.
Non e' raro pero' che gli operatori siano colpiti dalla
stessa cecita' mentale di fronte al bambino con autismo,
e di fatto si comportino con lui in un modo che non tiene
minimamente conto del suo modo di percepire la realta'.
Parlare continuamente ad alta voce ad un bambino che
non capisce il linguaggio verbale e ha problemi di
ipersensibilita' uditiva e' un esempio abbastanza tipico.
Se vogliamo formare un operatore che si dovra'
occupare di un bambino non vedente, il sistema piu'
efficace sara' quello di bendargli gli occhi per un certo
periodo. Dopo qualche ora senza poter vedere, ecco
che l'operatore sara' improvvisamente piu' empatico con
il bambino, e si mettera' al lavoro con una
consapevolezza nuova, che lo rendera' molto piu' bravo
di un collega che non ha fatto la stessa esperienza.
Certo, lo sapeva anche prima che il problema del
bambino e' il fatto che non vede, ma ora e' diverso, ora
capisce molto meglio la sua prospettiva, e puo' aiutarlo
meglio. Un operatore che dovra' lavorare con un
bambino con autismo non puo' fare lo stesso percorso,
ma se si e' documentato con attenzione puo' sforzarsi di
immaginare il mondo di quel bambino.
Un mondo in cui la gente ci parla continuamente come
se capissimo e invece non capiamo, in cui non
sappiamo mai cosa sta per succedere, in cui le cose
accadono in modo caotico, senza un ordine, senza
prevedibilita', in cui la nostra attenzione e' catturata e
assorbita da oggetti che ruotano, dall'acqua che scorre o da un ventilatore
anziche' dallo sguardo delle persone,
dove la voce di chi ci parla si trasforma in un rumore
assordante e la consistenza dei vestiti e' una tortura per
la pelle, dove gli altri giocano un gioco dalle regole
incomprensibili e dove niente e' chiaro, e vogliono a tutti
i costi che partecipiamo anche noi al gioco, anche se
non sappiamo dove guardare, come muoverci, qual e' la
cosa giusta da dire o da fare.
Un mondo dove se il nostro oggetto preferito e' messo
su uno scaffale alto non siamo in grado di chiedere a un
adulto di prendercelo e possiamo solo provare ad
arrampicarci senza riuscire a raggiungerlo, un mondo
dove se abbiamo il mal di denti non possiamo
comunicarlo e ci teniamo il mal di denti soffrendo
terribilmente fino a quando qualcuno lo capisce, in cui
non intuiamo le intenzioni degli altri, in cui gli stimoli che
gli altri utilizzano per regolare il loro comportamento per
noi a volte sono impercettibili, a volte soverchianti; un
mondo in cui le cose sono frammentate e non riusciamo
ad integrarle in un significato coerente, in cui non
riusciamo a spostare l'attenzione da una cosa all'altra,
in cui la mente di fissa su frasi e movimenti che per gli
altri non hanno senso; un mondo in cui gli altri
capiscono al volo, e noi invece dobbiamo fare fatica per
capire, in cui gli altri riescono di getto, noi invece
dobbiamo esercitarci. e' probabile che questo si avvicini
solo vagamente al modo in cui esperiscono il mondo le
persone con autismo, ma tenere conto di tutti questi
fattori puo' aiutare molto.
Il secondo principio-guida che fa da sfondo a tutti i
programmi di intervento cognitivo-comportamentale e'
l'individualizzazione del programma di intervento. Molti
degli esempi di come il bambino puo' percepire il mondo
che abbiamo descritto sopra saranno veri per alcuni
bambini ma non per altri, e quello che persone con
autismo come Temple Grandin o Donna Williams
scrivono sulle loro esperienze non e' sempre
generalizzabile a tutti i bambini con autismo. Non
dobbiamo intervenire sull'autismo, ma su Gregorio,
Domenico, Armando e cosÏ via, ognuno con il suo
profilo unico di punti deboli e punti di forza.
Quindi non esistono scorciatoie: l'intervento puo'
passare soltanto da uníaccurata valutazione delle
caratteristiche individuali. Allo stesso modo non
esistono ricette: quello che ha funzionato bene con
Giuliano deve essere adattato per poter funzionare
anche con e'nrico, e quello che ha funzionato con
Marco, se applicato esattamente allo stesso modo con Fabrizio, avra' effetti
controproducenti. La ricerca basata
sull'evidenza scientifica, che e' la cornice in cui si
collocano tutte le strategie descritte qui di seguito, sottolinea l'importanza
di basarsi su approcci di documentata validita' per ìcucire su misuraî obiettivi
e strategie di intervento in base alle esigenze del singolo
bambino.
Questa consapevolezza non e' ancora abbastanza
diffusa in Italia, dove continuano a imperversare per
l'autismo ricette ìvalide per tuttiî, come la truffa del
protocollo DAN, sottraendo energie e soldi alle famiglie
e spesso escludendo il bambino dal faticoso ma
preziosissimo percorso psico-educativo di cui ha
bisogno. Un percorso che non promette miracoli
immediati ma che si basa su uno sforzo quotidiano
mirato allo sviluppo e all'apprendimento di quelle abilita'
che possono rendere la vita del bambino serena,
dignitosa, e ricca di esperienze positive come quella dei
suoi coetanei.
La premessa per l'intervento: il processo di
valutazione multidimensionale.
(segue...)
N.d.R.: considerata la lunghezza dell'articolo, esso e' disponibile integralmente solo in formato PDF (vedi link in calce)
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