
INFORMAUTISMO N° 2 - ANNO 2002, maggio-agosto
LE MIE ESPERIENZE CON IL PENSIERO VISUALE, I PROBLEMI SENSORIALI E LE DIFFICOLTA' DI COMUNICAZIONE(di Temple Grandin, Ph.D. Professoressa Assistente Colorado State University Fort Collins, Colorado 80523, USA)
INTRODUZIONE
In questo articolo, parlerò della mia esperienza con l’autismo. Gli argomenti principali che tratterò sono il pensiero visuale, i problemi sensoriali, e le difficoltà di comunicazione.
Dopo aver descritto la mia esperienza, discuterò delle similitudini e delle differenze tra me ed altre persone cui è stato diagnosticato l’autismo. Esiste probabilmente un continuum di sottotipi di autismo che variano in funzione delle anomalie neurologiche e della gravità dei problemi neurologici.
SENSIBILITA’ VISIVA E UDITIVA
Il mio udito funziona come un amplificatore del suono puntato sul livello di più alto. Le mie orecchie sono come microfoni che catturano e amplificano ogni suono. Ho due possibilità di scelta: 1) attivare le mie orecchie e farmi inondare dal suono o 2) disattivarle. Mia madre mi disse che a volte mi comportavo come se fossi stata sorda. I test dell’udito indicavano un udito normale. Non ero in grado di modulare le stimolazioni uditive in entrata. Scoprii che potevo escludere i rumori dolorosi dedicandomi ad un comportamento autistico ritmico stereotipato. Talvolta “spegnevo l’audio”. Per esempio, ascoltavo la mia canzone preferita all’autoradio e solo in un secondo tempo mi rendevo conto di aver spento il mio volume e di aver tagliato fuori metà canzone. In college, dovevo prendere costantemente appunti per evitare di spegnere l’audio.
Non sono in grado di parlare al telefono in un ufficio chiassoso o in un aeroporto. Gli altri riescono ad usare il telefono in un aeroporto rumoroso, io no. Se provo ad escludere il frastuono di sottofondo, escludo automaticamente anche la voce al telefono. Le persone autistiche con problemi più gravi di processazione uditiva sono incapaci di ascoltare una conversazione anche nell’atrio di un hotel relativamente tranquillo.
Le persone autistiche devono essere protette da rumori che possano far male alle orecchie. Improvvisi rumori forti mi fanno male alle orecchie - come quando un trapano del dentista colpisce un nervo (Grandin 1992a). Un portoghese con autismo, scrisse: “ Lo strepito degli animali mi fa esplodere ” (White and White 1987). Un bambino autistico può tapparsi le orecchie perché certi suoni lo feriscono. E’ come una reazione estrema di spavento. Un rumore improvviso (anche relativamente debole) spesso accelera il battito del mio cuore.
Tuttora non mi piacciono i posti dove si accavallano molti rumori diversi, come i centri commerciali e i campi sportivi.
II rumori forti e continui, come le ventole dei bagni o gli asciugacapelli, mi disturbano. Sono in grado di “disattivare ” il mio udito e di estraniarmi dalla maggior parte dei rumori, ma non posso escludere certe frequenze. Per i bambini autistici è impossibile riuscire a concentrarsi all’interno di una classe, se sono bombardati da rumori che trapassano il loro cervello come il motore di un jet. I rumori forti e stridenti sono i peggiori. Un basso mormorio non ha alcun effetto sgradevole, ma l’esplosione di un petardo mi ferisce le orecchie. Quando ero bambina la mia governante aveva l’abitudine di far scoppiare un sacchetto di carta per punirmi. L’improvviso, forte rumore per me era una tortura.
La paura di un rumore che ferisce le orecchie è spesso la causa di comportamenti problematici e di crisi. Alcuni bambini autistici tentano di rompere il telefono perché hanno paura che squilli. Molti comportamenti problematici si scatenano nel tentativo di prevenire l’esposizione a un frastuono doloroso, e possono presentarsi anche ore prima che il rumore si verifichi. Alcuni dei rumori più comuni che causano disagio a molte persone con autismo sono le campanelle delle scuole, gli allarmi anti-incendio, i segnalatori acustici dei tabelloni che marcano i punteggi nelle palestre, i microfoni che fischiano e le sedie che strisciano sul pavimento. Quando ero bambina mi spaventava il traghetto che ci portava alla nostra casa di vacanza estiva: quando la sirena della nave suonava, mi gettavo per terra urlando. Bambini e adulti autistici possono aver paura dei cani o dei neonati perché l’abbaiare dei cani o il pianto dei neonati possono fare male alle orecchie, e cani e neonati sono imprevedibili e possono produrre rumori dannosi senza alcun preavviso.
Bambini ed adulti con un’estrema sensibilità ai suoni possono avere paura anche del suono dell’acqua che scorre o delle onde (Stehli 1991). Bambini con problemi di sensibilità uditiva meno gravi possono essere attratti da suoni e stimoli visivi che bambini più colpiti tendono ad evitare. A me piaceva il suono dello scorrere dell’acqua e del succo d’arancia che facevo gorgogliare con la cannuccia, mentre un altro bambino potrebbe evitare il rumore dell’acqua corrente. Mi piaceva la stimolazione visiva che derivava dalla vista delle porte scorrevoli automatiche; mentre un altro bambino potrebbe scappare urlando alla vista di una porta scorrevole automatica. Un aspirapolvere rumoroso può terrorizzare un bambino autistico come può costituire una piacevole fissazione per un altro. Quando guardo delle porte scorrevoli automatiche in movimento, provo la stessa sensazione di piacere che normalmente provo quando mi dedico a far ruotare gli oggetti o ad altre stereotipie. Alcune persone autistiche possono vedere il lampeggiamento delle luci fluorescenti. Coleman et al. (1976) scoprirono che le luci fluorescenti aumentano i comportamenti ripetitivi in alcuni bambini autistici.
ESPERIENZE TATTILI
Durante i miei numerosi viaggi per tenere conferenze sull’autismo, diversi genitori mi hanno riferito che la holding therapy aveva giovato ai loro figli. Non è la “cura” che alcuni dei suoi proponenti pensavano, ma ha un effetto benefico su alcuni bambini. Secondo la mia opinione, i benefici della holding therapy possono essere ottenuti attraverso metodi meno stressanti. Quando ho visto lo spettacolo ” The visit ” alla BBC mi sono spaventata e sono contenta di non aver dovuto sopportare una holding forzata. Fisher (1989) descrive un approccio moderato di holding che funziona con sua figlia.
Una mamma mi disse che incoraggiava dolcemente il figlio a tollerare gradualmente pressioni sempre maggiori, ed ottenne in risposta un miglioramento dell’affettività e del contatto oculare. Powers e Thorworth (1985) scoprirono che il contatto oculare e l’interesse verso altre persone miglioravano dopo aver usato un approccio comportamentale più blando. In un caso, un ragazzino veniva stretto in un leggero abbraccio fino a che il pianto non diminuiva. Non appena il pianto si riduceva, il ragazzo veniva liberato. Gradualmente il tempo di holding veniva aumentato.
Credo che gli effetti benefici della holding verificatisi in alcuni bambini siano dovuti a desensibilizzazione tattile nel sistema nervoso dei bambini autistici. E’ un processo fisiologico sensoriale che non ha niente a che vedere con il legame con la madre o con la rabbia. Sono in completo disaccordo con Welch (1983) quando sostiene che i bambini devono arrivare allo sfinimento completo perché la holding abbia effetto. I problemi sensoriali dell’autismo vengono spesso trascurati. Molte persone autistiche sono iper sensibili sia al suono che al tatto. I bambini autistici hanno problemi nel modulare gli input sensoriali (Ornitz 1985).
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