INFORMAUTISMO N° 7 - ANNO 2004, gennaio-aprile

ll Consiglio d'Europa si è dotato di un comitato di esperti sull'educazione e l'integrazione dei bambini autistici, presieduto da Kari Steindal, pedagoga e principale consulente del dipartimento "autismo" della Rete Nazionale dell'Autismo di Norvegia presso l'Universitàdi Oslo. La sua intenzione è far comprendere meglio al pubblico le complesse realtà dell'autismo e insistere sull'importanza della cura precoce e dell'educazione dei bambini affetti da questo handicap.

Domanda: Alcuni paesi stimano che un bambino su mille soffrirà di autismo, con una proporzione di quattro maschi per una femmina. Che conoscenze possediamo oggi sull'autismo e che cosa significa esattamente?
Kari Steindal: Prima di tutto ricordo che l'autismo non è una malattia, ma un insieme di sindrome che portano a gravi handicap, la cui prevalenza esatta e le cause restano ancora poco conosciute. Si manifesta attraverso disturbi relazionali, di comunicazione e comportamentali. Non esistono cure, se non un'adatta educazione per l'aiuto di questi bambini. L'autismo - si parla anche di `spettro autistico' - è probabilmente l'handicap più difficile, vista la sua "intangibilità". I bambini non riescono a capire il mondo che li circonda, il perché della loro sofferenza, e sono quindi impossibilitati nel far comprenderne le ragioni agli altri.

Domanda: Quali sono le priorità del vostro gruppo di esperti? Tra le vostre attività prevedete il suggerimento di metodi di lavoro o piste da seguire?
Kari Steindal: Desideriamo condividere le nostre esperienze e le buone pratiche. La cosa più importante è che i bambini autistici siano educati senza essere isolati dagli altri, e seguano un percorso formativo il più normale possibile. In Norvegia, i giovani che soffrono di autismo frequentano scuole ordinarie ma vengono "assistiti" da un professore specializzato nel corso dell'orario scolastico o in parte di esso. La cura è personalizzata e avviene a livello locale. Non esiste "un" autismo, bensì numerose forme a seconda delle persone che ne soffrono, ed ogni programma di cura è un progetto distinto adattato ai bisogni del bambino. Il supporto deve essere applicato il più presto possibile! Già dall'asilo nido, per esempio, si può intervenire al fine di prevenire handicap supplementari. L'azione precoce può inoltre evitare la comparsa di disturbi psichiatrici adolescenziali.

Domanda: Finora il Consiglio d'Europa ha per lo più lavorato in maniera "globale" sulla disabilità, fisica, sensoriale o mentale. Come si articolerà questo lavoro intorno ad un handicap specifico in relazione alla politica generale dell'Organizzazione in quest'ambito?
Kari Steindal: Abbiamo l'abitudine di dire che una società capace di affrontare l'autismo è capace di rispondere a ogni altra forma di handicap, poiché l'autismo è l'artefice principale di tutte le difficoltà - riconoscimento, cura o rischio di esclusione delle persone malate. Se l'Europa coopera per aiutare gli autistici, e contribuisce a rispondere alle esigenze immense di questo handicap, sarà meglio equipaggiata per sostenere ogni forma di handicap.