
INFORMAUTISMO N° 15 - ANNO 2006, settembre-dicembre
Autismo in famiglia: Il troppo stroppia(di Raffella turatto)
Modo di dire banale e scorretto, ma che
contiene semi di verita' e di buon senso.
Chiunque abbia un problema di salute irrisolvibile ha oggi a disposizione il web per
trovare potenziali soluzioni alternative a
quelle proposte dalla medicina ufficiale.
Purtroppo la grande quantita' di informazione presente e'
ingestibile, non verificabile, spesso non affidabile e nel
complesso genera confusione e ansia. Quindi peggiora la
gia' difficile situazione pre-esistente.
Mi scusino i genitori di bambini e ragazzi autistici che giorno dopo giorno si
illudono di trovare in questo modo la soluzione di un
problema cosi' complesso, ma penso che sia tempo perso
rispetto a cause piu' importanti. Non credo alle cospirazioni della medicina
dominante contro i nuovi approcci, ma sono convinta della profonda ignoranza
della scienza e della pseudo-scienza sul cervello e sulle
sue funzioni allo stato attuale. Detto questo, psicologia, psichiatria, neurologia,
dietologia, e chi piu' ne ha ne metta, non mi convincono e non mi convinceranno
finche' non ci sara' realmente un breakthrough, ovvero una
scoperta/invenzione rivoluzionaria, che ci consentira' di
mappare realmente le funzioni, la relazione tra hardware
e software a livello cerebrale, l'influsso della biochimica
sulle varie aree del cervello e quant'altro.
Pertanto ritengo che parlare troppo di troppe potenziali
soluzioni (diete, farmaci, vitamine da somministrare a
bambini e ragazzi) sia frutto di intenti piu' commerciali che
di chiare evidenze di trattamenti sicuramente efficaci e
generalizzabili; del resto non mi spiego altrimenti certi
ossessivi cicli di promozione che si ripetono nel tempo. E
qui mi viene in mente un altro adagio: piu' se ne parla di
una cosa, meno ce n'e'. Infatti, ritengo che ognuno di noi
abbia trovato nel tempo strategie adattive e soluzioni
personali per fare fronte all'autismo dei propri figli e abbia
anche voluto trovare in questo, per auto - gratificarsi, quei
miglioramenti che forse sarebbero comunque intervenuti
con la crescita, l'evoluzione dell'ambiente e altro ancora.
Siamo esseri umani:
di fronte a cose che non siamo in grado di capire abbiamo poche possibilita':
o ci aiutiamo con la fede oppure ci facciamo plagiare da chi fa promesse infondate sulla soluzione del nostro problema.
A posteriori e' difficile essere autocritici e distaccati,
bisogna auto-giustificarsi e auto-gratificarsi del beneficio
ottenuto, tanto piu' se si sono investiti soldi, tempo e
speranze.
Questo tuttavia non fornisce una giustificazione al dolce
far niente! No, bisogna fare le cose che servono! Le
persone autistiche hanno diritto come le altre ad essere
educate e integrate, a migliorare la propria adattabilita'
all'ambiente e ad avere una buona qualita' della vita: per
questo occorre che i trattamenti educativi siano personalizzati e corretti
e che l'ambiente che li ospita sia
preparato a riceverli, che ci siano i servizi di abilitazione,
formazione, etc..
Personalmente, se anche avessi trovato l'araba fenice
nella cura dell'autismo per quanto riguarda mio figlio,
avrei comunque ritenuto che fosse un caso a se', non
avrei scritto libri e articoli, non sarei andata alla
televisione, non avrei propagandato la verita' emergente
da una inutile quantita' di esami biochimici che non hanno
riferimenti nel mondo dei non autistici.
Mi sarei goduta la
felicita' della sua "guarigione" o "uscita dal
guscio
autistico" e basta! Anche mio figlio nel tempo e' molto
migliorato, senza diete, farmaci e vitamine, ed esami
inutili. Forse e' stato grazie alla sua naturale
predisposizione e alla esistenza di un ambiente terapeutico familiare e non,
educativo e socializzante, in cui l'unica pregevole cosa che hanno fatto
i suoi genitori e' stata la rivendicazione dei suoi diritti in ogni contesto
e in ogni momento.
Non andrei mai a Report a sostenere che
ho ottenuto la guarigione dall'autismo grazie alla vitamina
pinco-palla; ci andrei a parlare delle inutili sofferenze delle famiglie di
fronte all'autismo, allo stato di puro abbandono
in cui si trovano da un punto di vista sanitario e
assistenziale, e a rivendicare i diritti delle persone
autistiche ad una vita migliore.
So che dopo avere scritto queste parole di spietata realta'
saro' accusata e anche minacciata, come mi e' gia'
successo in passato da parte di coloro che sostengono a
spada tratta questi nuovi approcci, ma non posso fare a
meno di usare e diffondere il buon senso.
PENSIAMOCI, PRIMA DI PARLARE...
Gli italiani, si sa, sono individualisti. Se a questo si
aggiunge che nessun ragionamento o logica potra' mai
convincere un genitore persuaso di dare il meglio al
proprio figlio, e che il meglio sia una pur improbabile
guarigione, e' logico aspettarsi che la corsa al mezzo
televisivo continuera'. Qualcuno vi ricorre nella
speranza di ottenere un trattamento per il proprio figlio,
che, pensano, non puo' aspettare che i servizi si
decidano ad intervenire. Altri credono, in buona fede,
di contribuire a smuovere la palude dell'indifferenza
nella quale continuiamo affondare. Invece, decidere di
divulgare ad un pubblico acritico e distratto come
quello televisivo le proprie personali convinzioni
rappresenta una responsabilita' sulla quale l'articolo di Raffaella Turatto ci invita a riflettere. Le esternazioni
televisive, indipendentemente dalla reale efficacia del
trattamento che si vuole promuovere, rischiano di
causare danni irreparabili. I nostri amministratori
pagano volentieri il modesto tributo di un rimborso a
titolo individuale, pur di evitare i costi di soluzioni di
politica socio-sanitaria che garantiscono una presa in
carico adeguata per tutti, e sfruttano l'alibi di aver
accontentato la singola famiglia (anche contro ogni ragionevole interesse
del bambino) per continuare a
negare diritti a tutti gli altri.
D.V.
NOTA: Questo articolo e' disponibile anche in formato PDF

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