
INFORMAUTISMO N° 10 - ANNO 2005, gennaio-aprile
Scuola e integrazione: il diritto all'adolescenza(di Raffaella Turatto, mamma di Gianmarco, 15 anni)
I genitori che hanno figli autistici adolescenti sanno bene quanto sia importante la scuola per dare loro un’occasione unica ed irripetibile di esperienza sociale con i coetanei, prima di affrontare le difficoltà dell’età adulta.
La scuola dell’obbligo è, nella vita dei nostri figli, un ambiente a volte carente nelle competenze specifiche per l’autismo e nelle risorse professionali (insegnanti di sostegno ed assistenti personali), che tuttavia costituisce un passaggio importante per la loro difficile crescita. Noi genitori siamo consapevoli di quanto sia arduo per i ragazzi autistici, in genere molto legati agli ambienti consueti e a volte gravemente ritardati dal punto di vista cognitivo, affrontare la sfida dell’inserimento nella scuola secondaria superiore.
Oggi, in virtù della riforma Moratti (Legge Delega del 28 marzo 2003, n. 53), dopo i 14 anni può capitare di sentirsi dire dal dirigente scolastico che le risorse limitate della scuola dell’obbligo non possono essere utilizzate per studenti che, seppure disabili, per età sono fuori dell’obbligo scolastico. Con la Moratti, infatti, l'obbligo scolastico è passato dall'età di 15 a 14 anni: primo caso nel mondo avanzato, in cui l'obbligo invece di aumentare, diminuisce. L'innalzamento dell'età dell'obbligo a 15 anni era stata una delle riforme del governo di centro-sinistra, che anzi, al tempo era stato anche criticato perché l'aumento di un solo anno era considerato un passo troppo timido in una visione della scuola che sosteneva l'innalzamento fino a 16 anni, con la prospettiva dei 18.
La Legge Moratti, poi, distingue e confonde tra obbligo scolastico e obbligo formativo. Il primo implica la necessaria frequenza della scuola, l'altro può significare anche la formazione attraverso il lavoro, o l'accerta-mento da parte della scuola di percorsi privati di formazione. L'obbligo scolastico dunque è un obbligo assolto a scuola, l'obbligo formativo, no. Di fatto, quando si afferma che l'obbligo formativo è passato a 18 anni non si dice niente di nuovo: tale obbligo già esisteva prima, anche se non era sempre applicato; quello che la riforma Moratti ha inteso ridurre invece è proprio l'obbligo scolastico e si può intuire il perché.
Ma fate attenzione: per gli alunni con disabilità, in base all'art. 14 comma 1 lett. C, Legge 104/92 l'obbligo scolastico si adempie sino al compimento del diciottesimo anno di età; questa norma è stata anche confermata dalla sentenza n. 326/01 della Corte Costituzionale. Un adolescente disabile ha diritto a rimanere alla scuola media del mattino sino al compimento del diciottesimo anno d’età e successivamente nei corsi serali. La Legge Delega 53/03 (Riforma Moratti) ha confermato la Legge 104/92, espressamente richiamata dalla stessa.
In conclusione: i nostri figli hanno diritto a stare nella scuola media inferiore fino a 18 anni, ma se prima di tale età vengono a mancare i presupposti per farlo, perché ad esempio ne sono estromessi per problemi della scuola, dei suoi insegnanti e/o dirigenti (fatto che meriterebbe in se stesso una denuncia al MIUR) forse vale la pena di cercare e tentare un inserimento nella scuola secondaria, dove esiste il diritto-dovere dell’obbligo formativo. Occorre in questo caso attivare, d’intesa con i servizi socio-sanitari competenti dei progetti/percorsi personalizzati di educazione /formazione, avendo ben presenti sia le predisposizioni personali, sia le caratteristiche della scuola prescelta.
Non bisogna però demordere: la scuola può e deve fare molto per noi e per i nostri figli. Se e per quanto possibile, cerchiamo di procrastinare la loro entrata nei centri socio-educativi fino all’età adulta e soprattutto non teniamoceli a casa!
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