
INFORMAUTISMO N° 1 - ANNO 2002, gennaio-aprile
AUTISMO E SESSUALITA'(di D.V.)
Molti genitori si chiedono come affrontare i problemi legati allo sviluppo della sessualità nei propri figli.
In realtà i problemi che possono sorgere non sono legati ad un diverso sviluppo della sessualità, ma ai disturbi cognitivi di base che nella maggior parte dei casi rendono difficile alle persone con autismo:
- comprendere i mutamenti fisici normali durante la crescita: il concetto stesso di tempo è molto difficile per una persona con autismo, perché troppo astratto, figuriamoci il concetto di sviluppo e cambiamento fisico e ormonale;
- gestire delle pulsioni del tutto normali in modo socialmente accettabile:
il disturbo dell' interazione sociale, ivi compresa la comprensione di ruoli,
contesti e regole sociali, è estremamente compromesso nell'autismo.
Il concetto stesso di pudore non ha senso per le persone con autismo, e per prevenire comportamenti socialmente inaccettabili legati alla manifestazione e soddisfazione delle normali pulsioni sessuali, presenti in ogni giovane sano, la sola possibilità è di continuare un lavoro di insegnamento attivo di canalizzazione di detti comportamenti: una persona autistica che arriva all'adolescenza dopo aver imparato fino dall'infanzia che esiste un tempo e un luogo per ogni attività non avrà difficoltà a canalizzare i propri comportamenti legati alla maturazione sessuale in un tempo e un luogo socialmente accettabili (ad esempio, la propria camera o il bagno, in certi momenti della giornata prestabiliti). - per le persone di livello di sviluppo molto giovane, con scarsa consapevolezza
del proprio corpo, imparare a dare sfogo agli impulsi sessuali attraverso
la masturbazione.
Questo è il modo più 'normale" per soddisfare le proprie esigenze, e non ha senso proibirlo, ma alcuni hanno bisogno di un insegnamento anche in una abilità apparentemente semplice come questa.
E' chiaro che si tratta comunque di un campo molto delicato, in cui è facile sconfinare nell'abuso. Dovrebbero quindi essere i genitori stessi o un educatore specializzato di fiducia, dello stesso sesso e espressamente autorizzato dalla famiglia, che si incarica di questo tipo di insegnamento. - orientare le pulsioni sessuali verso un rapporto amoroso. Questo è
un evento molto difficile, tenendo conto delle difficoltà di interazione
e dell"egoismo" (dovuto alla mancanza di teoria della mente) che
caratterizza la persona autistica, anche intellettivamente dotata.
La persona autistica difficilmente terrà conto, dal punto di vista sia affettivo che sessuale, delle esigenze altrui, e subirà delle delusioni fortissime, talvolta devastanti, quando fatalmente si renderà conto di non poter avere un "fidanzato" di sua proprietà, o di dover rispondere a richieste troppo gravose da parte dell'altro. - avere una vita piena e indipendente: come tutti, una persona giovane e sana, inattiva per la maggior parte della sua giornata per mancanza di opportunità, di lavoro e di impegni, senza gratificazioni, si dedicherà ostinatamente alla sola forma di gratificazione possibile: la soddisfazione dei propri impulsi sessuali. Investire fin da bambini nell'' insegnamento dell'autonomia personale, lavorativa e di tempo libero è il modo migliore per prevenire problemi legati alla sessualità.
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Per quanto riguarda invece, nello specifico, i problemi legati alla maturazione
fisica, come la comparsa delle mestruazioni nelle bambine, generalmente non
ci sono problemi di accettazione dell'evento, e anzi talvolta si assiste ad
un contemporaneo miglioramento dell'umore e del comportamento dovuto alla
fine del periodo di subbuglio ormonale antecedente.
Sarà utile aver insegnato alle bambine prima dell'età dello sviluppo a distinguere le figure maschili dalle figure femminili, a identificarne i ruoli, e a rivolgersi alle figure femminili per chiedere aiuto. Sarà anche necessario scandire per loro il tempo nella giornata e segnalare i momenti in cui andare in bagno a cambiare l'assorbente, e insegnare a lavarsi da sole le parti intime e a staccare-attaccare l'assorbente alla mutandina.
Inoltre, in genere, non più tardi dei 10-12 anni, è utile per tutti, maschi e femmine, iniziare un lavoro, che può richiedere anche molto tempo, per insegnare a canalizzare le manifestazioni di affetto verso i familiari e in ambiente domestico, e a mantenere le distanze sociali dalle persone adulte.
Un bambino che abbraccia tutti può essere gratificante, ma questo atteggiamento può provocargli problemi anche seri in età adolescenziale e adulta.
NOTA: Questo articolo e' disponibile anche in formato PDF

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