
INFORMAUTISMO N° 11 - ANNO 2005, maggio-agosto
C'è posta per te(di Donata Vivanti)
ALLA RICERCA DELL'ABA
Spett.le AutismoItalia,
Vi chiedo gentilmente se potete indicarmi dei terapisti in
Lombardia o in Emilia (sono residente a Piacenza) che
praticano il metodo ABA sui bambini autistici.
Vi ringrazio in anticipo per l'aiuto che potrete fornirmi.
R. C.
Gentile sig, C., purtroppo non conosco, ne' in Lombardia ne' in
Emilia, centri che "praticano il metodo ABA", come non conosco centri attrezzati a prendere in carico in modo continuativo
e coerente, con qualsivoglia tipo di approccio, tutti i
bambini con autismo che ne hanno bisogno. Dei
programmi ABA abbiamo gia' parlato nelle pagine
precedentii e nel numero 9. Questi programmi vengono messi in atto in modo coerente e coordinato attraverso
strategie di " discrete trial", cioe' di insegnamento strutturato "a tavolino" in rapporto 1:1, oppure con modalita' piu' "naturalistiche" (cioe' in contesti di vita
quotidiana) da parte di tutti coloro che si occupano del
bambino, dai genitori agli insegnanti ai terapisti della
comunicazione.
Ne consegue che un programma ABA richiede non solo
un substrato culturale comune, ma anche una
organizzazione di servizi e una serie di competenze
coordinate dell'equipe educativa e sanitaria che non solo
in Italia, ma nemmeno negli USA, dove il "metodo" e' nato
ed e' relativamente diffuso, sono facili da trovare.
Anche negli USA i centri che praticano questo tipo di approccio
sono del tutto insufficienti a rispondere alle richieste, e
hanno liste d'attesa infinite.
Quello che "funziona" a lungo
termine , comunque, non sembra essere tanto il "metodo" in sË,
ma lí intensivit‡,la
coerenza e la continuita' di trattamento che lo caratterizza. Se praticati al di fuori di una rete di competenze e di servizi come
semplice applicazione di strategie comportamentali,
senza le rivalutazioni funzionali periodiche necessarie a
verificare l'efficacia e l'adeguatezza del programma
individuale , e a modificarlo tempestivamente al bisogno,
rischiano non solo di non garantire risultati a lungo
termine, ma di indurre nel bambino atteggiamenti
oppositivi permanenti o nuovi comportamenti ancora piu'
inadeguati di quelli che si volevano eliminare.
Tornando al suo personale legittimo bisogno di aiuto, se non conosco (perche' probabilmente non esistono) centri"ABA" ne'
in Lombardia ne' in Emilia Romagna, conosco
tuttavia alcuni gruppi di genitori e servizi che collaborano
per migliorare la presa in carico dell'autismo.
In Lombardia esiste un centro di eccellenza per la diagnosi
e cura dell'Autismo, l'IRCCS Medea, presso "La Nostra Famiglia" di Bosisio Parini ( Lecco).
In Emilia il servizio di
NPI di Reggio Emilia, diretto dalla dott.ssa Dalla Vecchia,
ha attivato un centro specifico per l'Autismo, con la
collaborazione dei genitori dell'associazione locale "AUT
AUT" , affiliata di Autismo Italia-onlus. Ritengo che i
servizi che le ho citato siano informati sulle strategie ABA,
e cerchino di utilizzarle al meglio nell'ambito dei loro
programmi di intervento, con le pur limitate risorse umane
e finanziarie di cui dispongono.
QUANDO VIENE A MANCARE UNA PERSONA CARA
Gentile Associazione,
sono la mamma di Alessandro, un ragazzo autistico di 34
anni. Improvvisamente ho perso mio marito che era per il
ragazzo un grande punto di riferimento. Alessandro
aspetta ogni sera il ritorno del padre, fatica ad
addormentarsi e , in questi ultimi giorni, E' piu' agitato del
solito, riposa malissimo la notte e si sveglia molto presto,
anche nel cuore della notte.
Mi sono consultata con la
psicologa dell'ASL e con gli operatori del centro che
segue Alessandro per sapere come spiegargli l'assenza
del padre: mi e' stato consigliato di dirgli che e' in cielo
con i nonni. In questi ultimi giorni vedo crescere in lui tensione
ed ansia. Vorrei avere consigli per aiutarlo in modo
adeguato a superare questo difficile momento.
C. E.
Cara C.E.,
la perdita di una persona cara e punto di riferimento per
una persona con autismo coinvolge due aspetti:.
uno, la comprensione dell'evento, l'altro la possibilita'
concreta di elaborare la perdita attraverso strategie di
sopravvivenza.
Per quanto riguarda il primo punto, non e'
facile dare dare consigli senza conoscere il ragazzo, il
suo livello cognitivo (che cosa e' in grado di capire?
comprende il linguaggio verbale? comprende le astrazioni?).
Il consiglio
dato dalla ASL e' adatto per
bambini che possiedono capacita' di astrazione, se no non
ha senso. LA comunicazione della scomparsa, nel
contesto di un disturbo della comunicazione piu' o meno
grave, si potrebbe risolvere inserendo il concetto di
assenza attraverso agende giornaliere visive, in cui
siano raffigurate le persone che incontrera' (e non ci sara'
mai il padre), ma che funzionerebbe solo se il ragazzo e' gia' avvezzo alla
comunicazione visuale e alla strutturazione del tempo.
Temo comunque che il
problema non si possa ridurre alla comprensione della
morte, un concetto gia' difficile per tutti. Anche se si arriva
a far capire al ragazzo che il padre non tornera', resta il
drammatico problema, se non di sostituire, di alleviare la
perdita di una persona cosi' importamte nella sua vita e
tanto amata.
Se il ragazzo non ha alcuna proposta
costruttiva che possa fargli apprezzare la sua vita al di la'
della perdita di un legame affettivo cosi' forte, restera'
sempre e comunque angosciato dalla mancanza del suo
punto di riferimento.
Credo che l'aspetto piu' drammatico
della situazione non sia tanto fargli capire che il padre e'
morto, ma dargli le risorse per farsene una ragione.
Chiunque di noi, soprattutto se non ha avuto modo di
costruirsi una vita al di fuori della famiglia con altri affetti e
interessi, soffrirebbe per la perdita di una persona cara (ci mancherebbe altro...)
, e avrebbe bisogno di attivita' e
interessi che lo aiutino a concentrarsi su altri problermi e
altri rapporti.
Bisognerebbe evitare che gli adulti, che
siano autistici o no, siano privati della possibilita' di
crescere e di godere in eta' adulta di una vita indipendente
e significativa. Ma non e' compito alla portata dalla
famiglia offrire proposte concrete di una vita adulta piena
e soddisfacente ad una persona con autismo.
© Autismo Italia onlus