
INFORMAUTISMO N° 7 - ANNO 2004, gennaio-aprile
Il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa accoglie il reclamo collettivo di Autisme Europe contro la Francia, per il diritto alla Educazione delle persone con Autismo.(di Autisme Europe)
Il 10 marzo 2004, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato una risoluzione relativa al Reclamo collettivo n. 13/2002 I(Autisme-Europe contro la Francia) per il mancato rispetto del diritto all’educazione nei confronti delle persone con autismo secondo la Carta sociale europea riveduta.
Nel luglio 2002, in seguito alle segnalazioni debitamente documentate presentate dalle associazioni francesi sulla mancanza di servizi educativi adeguati per persone con autismo in Francia, e grazie alla collaborazione di una mamma avvocato, membro dello Studio di Diritto Internazionale Jones Day di Parigi, Autisme Europe presenta un reclamo collettivo presso il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa.
Il reclamo di Autisme Europe imputava alla Francia la violazione del diritto fondamentale all’educazione delle persone con autismo sancito nella carta sociale Europea (articoli 17§1: diritto dei bambini e degli adolescenti all'educazione, 15§1: diritto delle persone disabili all'educazione, ed E:non discriminazione).
Dichiarata ammissibile nel dicembre 2002, la causa viene discussa dalle parti (Autisme Europe contro la Francia) nel settembre 2003 a Strasburgo, presso le Istanze per i Diritti dell’Uomo.
Il 4 novembre 2003 il Comitato Europeo dei Diritti Sociali comunica la propria decisione in merito al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che il 10 marzo 2004 si pronuncia a sua volta sulla decisione.
La decisione del Comitato dei Diritti dà ragione a Autisme Europe constatando che la Francia:
- adotta tuttora una definizione dell’Autismo restrittiva rispetto alla definizione dell’OMS.;
- non garantisce la scolarizzazione dei bambini con autismo, che ne risultano gravemente discriminati. La proporzione di bambini con autismo regolarmente inseriti nella scuola resta estremamente bassa, e significativamente inferiore alla proporzione constatata per gli altri bambini, disabili e non.
A questo proposito, la decisione constata che le persone con autismo rappresentano in effetti una popolazione di esclusi fra gli esclusi; - presenta una grave e cronica mancanza di strutture educative per gli adulti con autismo.
La decisione sottolinea inoltre che “ le conseguenze di un intervento non tempestivo o inefficace rischiano fortemente di non poter essere mai più cancellate”*.
A sua volta il Comitato dei Ministri, ricordando che la Carta Sociale Europea dei Diritti esige "la creazione e il mantenimento di istituzioni o si servizi adeguati e sufficienti"* a garantire l’educazione sia dei dei bambini che degli adulti , sancisce l’obbligo per la Francia di realizzare "non solo iniziative di tipo giuridico, ma anche iniziative concrete appropriate a permettere il pieno esercizio”* del diritto all’educazione di tutte le persone con autismo.
Malgrado la complessità di intervento e i costi che il rispetto di questo diritto implica, la Francia, in ragione dell’obbligo alla iscriminazione positiva, deve a partire da ora prefiggersi una "scadenza ragionevole"* per realizzare “progressi misurabili". *
Infine, poiché il principio di non discriminazione proibisce non solo la discriminazione diretta, ma anche ogni forma di discriminazione indiretta, che può in particolare concretizzarsi in "trattamenti inappropriati"* alle persone con autismo, la Francia ha l’ obbligo di operare delle scelte e di utilizzare le risorse nel modo più adeguato a rispondere alle necessità delle persone con autismo e delle loro famiglie, " sulle quali, in caso di carenza istituzionale, pesa un fardello schiacciante"*.
Autisme Europe tiene a sottolineare che il reclamo contro la Francia non deve essere inteso come un intento punitivo verso uno Stato, ma come un’azione positiva dovuta a tutte le persone con autismo che si onora di rappresentare, e un contributo a migliorare la loro partecipazione, il rispetto della diversità e, di conseguenza, la società nel suo insieme.
Benché la decisione del Comitato della Carta Sociale dei Diritti e le raccomandazioni del Comitato dei Ministri siano indirizzati alla Francia, il pronunciamento di una istituzione europea rappresentativa e prestigiosa come il Consiglio d’Europa a favore di un’associazione di utenti contro uno stato forte e potente come la Francia assume un significato politico ben più ampio.
I contenuti espressi nella decisione del Comitato dei Diritti e nelle raccomandazioni del Comitato dei Ministri costituiscono importanti precedenti di giurisprudenza per tutti i paesi europei. Inoltre, il reclamo collettivo di Autisme Europe contro la Francia rappresenta il primo caso di reclamo collettivo presentato a una ONG, (Organizzazione Non Governativa), e, come tale, è entrato a far parte della storia della giurisprudenza europea.
Autisme Europe auspica che la decisione presa dal Consiglio d’Europa contribuisca a migliorare in tutti i paesi dell’Europa la consapevolezza dei diritti delle persone con autismo, e della necessità di realizzare concretamente misure positive appropriate in grado di migliorare, a prescindere dai costi, la condizione di esclusione nella quale, per la maggior parte, vivono.
Si sottolinea comunque che i reclami collettivi richiedono competenze giuridiche eccellenti e una documentazione ineccepibile. L’azione di Autisme Europe non sarebbe stata possibile senza il contributo fondamentale delle associazioni francesi, che hanno raccolto la documentazione delle mancanze esistenti, e senza le competenze dell’Avvocato che la rappresentava, Evelyne Friedel, ed il sostegno dello Studio di Diritto internazionale Jones Day di Parigi, che hanno gestito la procedura a titolo gratuito.
* In corsivo le citazioni dalla decisione del Comitato.
© Autismo Italia onlus