
INFORMAUTISMO N° 9 - ANNO 2004, settembre-dicembre
Né ricette né scorciatoie(di Donata Vivanti)
Cari amici, questo numero di Informautismo vi porta gli auguri più sinceri di Autismo Italia e, in segno di buon auspicio per il nuovo anno, la descrizione di alcuni dei più attuali interventi per l’Autismo.
Assistiamo spesso a, o siamo talvolta coinvolti in, dispute incomprensibili e alquanto oziose sulla validità di questo o quel “metodo” per l’autismo: chi sostiene “ il TEACCH”, chi “L’ ABA”, chi la Comunicazione Facilitata, chi si affida ad approcci più “tradizionali” ispirati alla psicanalisi, e via dicendo.
Speriamo quindi di fare cosa gradita ai nostri lettori cercando ancora una volta di fare chiarezza.
Non esistono “metodi “ per l’Autismo, ma strategie d’intervento, che, pur differenziandosi per la natura più o meno strutturata o “naturalistica” dell’insegnamento, sono comunque accomunati da principi comuni: l’impronta educativa del programma riabilitativo, il coinvolgimento delle famiglie, e alcune strategie che ritroviamo sintetizzate nell’approccio SPELL della National Autistic Society.
Non esistono “linee di pensiero “contrapposte", come qualcuno vorrebbe far credere, ma strumenti che hanno potuto dimostrare dei risultati concreti in termini di miglioramento di una popolazione ( non risultati aneddotici su singoli casi) e che dovrebbero costituire un bagaglio culturale per chiunque sia impegnato nell’intervento per l’Autismo, e che rappresentano non una rivoluzione, ma un’evoluzione dei trattamenti psicoterapici, alla luce dello stato dell’arte delle conoscenze.
Tuttavia un approccio, per quanto corretto, non basta purtroppo a garantire progressi sostanziali e duraturi.
La discriminante che può garantire il successo di un approccio per l’Autismo in termini di riabilitazione, cioè di inserimento lavorativo e di raggiungimento dell’indipendenza in età adulta, non è l’adozione di questo o quel “metodo”, ma l’intervento di una rete di servizi pluridisciplinari qualificati.
Solo dove questa rete esiste ed è in grado si sostenere programmi coerenti e continuativi dalla diagnosi all’età adulta si sono potuti documentare progressi significativi ( fino al 30% delle persone con diagnosi di Autismo inserite al lavoro e alla vita indipendente nella comunità in età adulta).
Per l’Autismo non esistono né ricette né scorciatoie.
Questa consapevolezza non vi scoraggi, ma vi rafforzi nella vostra determinazione a continuare ad unire le vostre forze e le vostre voci per chiedere, per i nostri figli, politiche più .adeguate a rispondere al loro diritto ad una vita piena e indipendente.
© Autismo Italia onlus