
INFORMAUTISMO N° 6 - ANNO 2003, settembre-dicembre
PARLAMENTO EUROPEO DEI DISABILI : la parola all'autismo Il 11 novembre 2003, nell'emiciclo del Parlamento europeo a Bruxelles si è riunito il Parlamento dei Disabili.
Alla manifestazione, organizzata dal Parlamento Europeo con la collaborazione con il Forum delle Persone Disabili (EDF), cui hanno assistito il presidente del Parlamento Europeo e il Howard Cox e il presidente dell'Intergruppo Parlamentare per la disabilità Richard Howitt, centinaia di rappresentanti associazioni nazionali e internazionali dei disabili di tutta Europa. Ogni partecipante ha avuto la possibilità di presentare un breve intervento di 3 minuti. Riporto qui di seguito il breve discorso da me tenuto a nome di Autismo Italia, che ha avuto l'onore, fra centinaia di interventi, di essere citato con pochi altri per il suo interesse da Richard Howitt alla fine della seduta.
"La nostra associazione, Autismo Italia, sostiene le direttive anti-discriminatorie europee, ma ritiene che non siano sufficienti a garantire alle persone con autismo e con grave disabilità intellettiva o mentale i diritti umani fondamentali, a dispetto dei diritti enunciati nella Carta Sociale Europea e delle Dichiarazioni delle Nazioni Unite sui diritti dei disabili e dei disabili intellettivi in particolare.
La discriminazione delle persone con autismo passa anche attraverso lo stigma di cui queste persone soffrono, uno stigma che riassume in sé i pregiudizi nei confronti dei disabili mentali e intellettivi e delle persone in condizioni di dipendenza.
Le persone con autismo vengono ritenute pericolose e vengono emarginate da ogni attività sociale (lavoro, attività di svago, trasporti) in ragione dei loro comportamenti bizzarri.
Vengono giudicate incapaci e irrecuperabili in ragione dell' estrema difficoltà di apprendimento.
Vengono bollate come inutili a sé stessi e agli altri in ragione della condizione di dipendenza in cui versano per tutta la vita.
Una inutile dipendenza, dovuta più alla mancanza di percorsi abilitativi ed educativi adeguati che alla natura della disabilità.
L'entità e la specificità del supporto richiesto viene ritenuta troppo costosa per persone che non avranno diritto di voto, che non producono e, quel che è peggio, non consumano.
La prestanza fisica, invece di favorire l'inserimento lavorativo, ne aumenta l'invisibilità, e condanna queste persone a vivere un'età adulta indegna di un essere umano e di una società civile, all'internamento, alla contenzione fisica o farmacologica, o, nel migliore dei casi, e finché i genitori vivono, all'isolamento in famiglie stremate da anni di cure, di lotte, di rifiuti e di emarginazione.
Genitori che vedono gli altri figli crescere nell'indignazione per le umiliazioni e i rifiuti subiti quotidianamente dai propri fratelli.
Genitori cui è negata una vecchiaia serena, che assistono con angoscia al progressivo venir meno delle proprie forze e delle proprie risorse, costretti, poiché si parla sempre del dopo di noi, e mai del durante noi, a barattare con la propria morte il diritto per i propri figli ad una vita indipendente.
Famiglie cui viene negato perfino il giusto orgoglio per i progressi e le conquiste che giorno dopo giorno potrebbero disegnare ai loro figli il cammino verso la dignità e l'autonomia.
Per combattere lo stigma di cui queste persone soffrono, e l'emarginazione che ne è la conseguenza, è necessaria un'alleanza forte fra le istituzioni e le organizzazioni non governative che queste persone rappresentano, al fine di diffondere informazioni corrette presso il grande pubblico.
Il loro diritto fondamentale ad una riabilitazione e ad un'educazione intensiva e permanente dovrebbe essere una priorità indipendente dalle ragioni di bilancio, e studi accurati dovrebbero essere condotti sui costi economici, sociali e umani di intere famiglie lasciate sole a provvedere ad ogni necessità dei propri cari e condannate esse stesse ad una condizione di emarginazione e disabilità a vita."
© Autismo Italia onlus