
INFORMAUTISMO N° 3 - ANNO 2002, settembre-dicembre
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO(di D.V.)
Il quotidiano “ La Stampa” ha pubblicato nel luglio scorso l’articolo “Una mamma per il serial killer”, di Cesare Martinetti.
L’articolo riporta una frase che, come spesso succede, si presta ad interpretazioni negative dell’autismo.
Nel suo, peraltro garbato, racconto delle malefatte del serial killer Poirson, che in Francia collezionava omicidi di anziane signore colpevoli, a suo dire, solo di ricordargli la madre, l’autore afferma che: “..gli psichiatri dicono che per quanto autistico, paranoico e narciso, Poirson è perfettamente responsabile dei suoi atti ”.
Il termine “autistico” viene usato troppo spesso, in questo come in altri articoli, e purtroppo perfino nel linguaggio comune, in modo errato o fuorviante, per indicare persone che presentano caratteristiche caratteriali o patologiche di ripiegamento su se stesse, secondo una vecchia e ormai superata concezione della psichiatria, che con il termine autismo si riferiva ad un sintomo della schizofrenia.
Le persone autistiche non possiedono certamente la capacità né di progettare e portare a termine delitti efferati né di nascondere il proprio operato, e comunque, essendo l’autismo un handicap che compromette le funzioni cognitive, comunicative e sociali, non possono in alcun modo essere ritenute responsabili dei propri atti.
Come sappiamo, le caratteristiche dell’autismo si manifestano nelle persone che ne sono affette con comportamenti bizzarri, che possono intimorire i profani e condannarle alla discriminazione e all’esclusione sociale, ma condizionano anche l’assenza assoluta di malanimo o di cattive intenzioni nei confronti degli altri.
Il loro comportamento è sempre limpido come uno specchio d’acqua, come ben sa chi è capace di avvicinarle con spirito sereno e senza pregiudizio, e accomuna la loro vita e il loro agire assai più alla virtù dei semplici che all’animo tormentato di un serial killer.
Associare pur involontariamente l’autismo alle caratteristiche psicologiche di un serial killer non solo fa torto all’innocenza insita nella loro stessa natura, ma arreca altro dolore alle loro famiglie e rischia di aggravare lo stato di abbandono e di esclusione sociale in cui per lo più attualmente versano le persone autistiche a causa dei pregiudizi, dell’incompetenza ancora troppo diffusa nei servizi che avrebbero il dovere di aiutarle e riabilitarle, e della mancanza di dignitose prospettive di vita.
Questi frequenti malintesi ci invitano a riflettere sulla nostra capacità di comunicare dell’autismo non solo gli aspetti negativi, la gravità della condizione invalidante, i comportamenti problematici, il carico familiare che deriva dalla gestione della vita quotidiana.
Più che le manifestazioni dell’autismo la causa della pessima qualità di vita delle persone autistiche e delle loro famiglie sono i pregiudizi e la mancanza di risposte adeguate.
Dei nostri figli e dei loro sforzi per capire e per adeguarsi alle nostre aspettative malgrado le proprie difficoltà non possiamo che essere orgogliosi.
NOTA: Questo articolo e' disponibile anche in formato PDF

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